giovedì 4 giugno 2009

Manifesto di Casa rossa sulle politiche ambientali e sull'uso del territorio

Un buon governo della città deve mirare ad una politica globale del territorio che si prefigga di realizzare e mantenere un ambiente sano e gradevole nel quale venga salvaguardata la biodiversità, rivitalizzata la montagna e nello stesso tempo mantenuta una rete di efficaci comunicazioni, buoni servizi, spazi attrezzati, valorizzando la produzione (agricola, industriale, artigianale, artistica, ecc.) per lo sviluppo dell'occupazione.
Un ambiente sano, in cui siano ridotti, o meglio annullati i fattori di rischio collettivi, è la premessa per la salute della popolazione; è oramai ben noto che i diversi fattori inquinanti dell'acqua, del suolo e dell'aria influiscono negativamente sullo stato di salute della popolazione, favorendo la diffusione di malattie cronico degenerative e segnatamente delle neoplasie e delle malattie dell'apparato respiratorio.
Alla luce di questa premessa Casa Rossa si impegna a proseguire nella lotta per il pieno rispetto, da parte della Industria Metallurgica Spoleto, di S. Chiodo, degli impegni presi in termini di insonorizzazione e di controllo, abbattimento ed eliminazione dell'emissione di sostanze inquinanti.
Insomma, occorre un'amministrazione che abbia al centro del suo intervento un concetto più ampio di ambiente inteso nelle sue componenti naturali e sociali.
Casa Rossa si è tenacemente opposta al P.R.G. varato dall'Amministrazione Brunini, consapevole che il suolo è un bene finito, che ogni suo consumo in termini di urbanizzazione trova giustificazione solo di fronte a bisogni reali, e non da previsioni amplificate dalla ricerca di un facile consenso anteponendo l'interesse privato a quello pubblico.
Casa Rossa propone dunque una variante in riequilibrio della volumetrie previste dal Piano Regolatore di Brunini alla luce dei seguenti principi:
1. Definire tutte le componenti ambientali, culturali e sociali che connotano l'identità del territorio.
2. Ricomporre formalmente e socialmente aree urbane destrutturate con azioni di riorganizzazione urbanistica ed ecologica.
3. Recepire, nel rispetto delle popolazioni e delle peculiarità territoriali e ambientali, i tracciati stradali della Flaminia e della Tre Valli, il progetto di raddoppio ferroviario (linea Orte-Falconara), inserendo le aree demaniali di eventuale dismissione nel processo di riorganizzazione degli assetti urbani.
4. Garantire, nel rispetto dell'ambiente, ad ognuno dei centri insediativi del territorio opportunità di miglioramento e sviluppo.
5. Valorizzare le risorse storico, naturalistico e sociali del territorio individuandole quali fattori "urbanistici" sui quali fondare lo sviluppo turistico culturale.
6. Sostenere lo sviluppo economico creando le condizioni entro le quali gli operatori possono agire.
7. Favorire la delocalizzazione, dell'ITALMACH, un fabbrica classificata tra quelle ad alto rischio entro i confini comunali, ma a distanza di sicurezza da abitazioni scuole e uffici.

AMBIENTE AGRICOLO

E' definito il settore primario, ma sembra sia diventato il settore di coda dell'economia del nostro paese.I governanti con la loro azione politica registrano la diminuzione degli addetti in agricoltura mentre la Comunità Economia Europea paga per "non produrre" ed abbandonare i terreni coltivati.
Per la possibile ripresa del settore dobbiamo incoraggiare un'agricoltura sostenibile.
Chi lavora la terra non deve essere considerato solo un produttore di beni alimentari, ma il custode del paesaggio e dell'ambiente.
Questo riconoscimento della valenza ambientale dell'attività agricola non deve limitarsi ad un'asserzione di principio, ma tradursi in un'attenzione maggiore alle aziende agricole che adottano sistemi di produzione ecologicamente sostenibili.
E' necessario quindi:
A. Promuovere ed appoggiare iniziative che attuino una corretta informazione, improntata al principio di precauzione, sui rischi che comporta, a livello della salute ed a livello ambientale, un'agricoltura che faccia massicciamente ricorso alla chimica (fitofarmaci, pesticidi, insetticidi, diserbanti, fertilizzanti ecc.) o attuata manipolando geneticamente organismi vegetali ed animali.
B. Attuare la salvaguardia del biotipo appoggiando la carta delle produzioni tipiche proposta dalla CIA, ma attuate con la tecnica dell'agricoltura eco-sostenibile.
C. Potenziare le riserve di biodiversità per il mantenimento e la protezione dell'esistente, sia nella zona di Capezzano, di proprietà degli Istituti Riuniti di Beneficenza, che in quella di Giano di proprietà comunale, favorendovi inoltre lo studio e la ricerca volte al recupero di specie arboree ed animali estinte o in via di estinzione.
In queste zone sarebbe opportuno associare a quella agricola un'attività di agriturismo consapevole).
D. Praticare una politica di rivitalizzazione della zona montana e collinare anche con il restauro ambientale del paesaggio agricolo e boschivo.
E. Promuovere ed appoggiare iniziative che attuino l'educazione all'ambiente agricolo, boschivo ed urbano.

AMBIENTE URBANO
L'obiettivo è una "Città per tutti" da realizzare risolvendo:
1. Il problema della viabilità nel centro storico mediante: interdizione nel centro storico al traffico dei non residenti, con abolizione delle zone blu di sosta a pagamento, incrementando i collegamenti navetta tra i parcheggi periferici ed il centro storico, garantendo a tutti, in particolare disabili e anziani, di poter vivere tranquillamente la città.
2. Il problema della visibilità, della godibilità dei monumenti e della fruizione degli edifici storici, senza che le automobili e i cantieri li deturpino o li rendano inaccessibili per periodi fin troppo prolungati, mediante un efficace controllo sui tempi di esecuzione e di conclusione dei lavori.
3. Il problema dello spopolamento del centro storico e la ristrutturazione dei manufatti.
I cittadini che vogliono recuperare il patrimonio edilizio ivi esistente hanno un onere in più rispetto a quelli previsti in altre zone: la spesa necessaria per i particolari materiali da utilizzare.
Poiché tutta la comunità beneficia di tali lavori, Casa Rossa propone che sia posto a carico del Comune parte di questo onere aggiuntivo e che si organizzino corsi di formazione sui materiali per aumentare le competenze specifiche degli addetti ai lavori.
4. II problema della autosufficienza energetica, favorendo l'installazione di pannelli fotovoltaici in tutti gli edifici, pubblici e privati, di vecchia o di nuova realizzazione.
5. Si propone che le nuove strutture pubbliche siano realizzate mediante progetto concorso.

Hanno lavorato alla stesura del documento: Bernardino Ragni, Roberto Quirino, Francesco Careri e Antonio Briguori

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